C' è una leggenda che gira su internet secondo la quale chi si reca a Farnocchia, paesino di poche anime alle pendici del Monte Gabberi (Alpi Apuane), e intraprende il sentiero che porta in vetta venga subito affiancato da un cane, un simpatico meticcio rossastro, che si prenderà l' onere di accompagnare l' escursionista lungo la fitta rete di sentieri. Si dice segua chiunque porti uno zaino in spalla.
Ora, l ' ultima segnalazione di questo tipo che abbiamo trovato risaliva al 2006 ma la curiosa speranza di imbatterci nell' insolità guida, unita alla voglia di godere dell' incredibile vista che si gode dai 1108 metri del monte ci ha spinto a inaugurare la stagione escursionistica 2011 con questo trekking che bramavamo già dall' anno scorso. Quindi domenica scorsa scarpe tecniche in macchina, zainetto carico di acqua e cibo e via!
Raggiungere Farnocchia è facile, una volta a Forte dei Marmi, si segue le indicazioni per Stazzema e dopo poco si trovano i cartelli per Farnocchia. Tranquilli non troverete nessuno sulla vostra strada, solo una desolazione affascinante.
Abbiamo lasciato la macchina subito dopo la piazzetta, dopo l' ultima casa, proprio davanti all' imbocco del raccordo per i sentieri CAI 3 e 4. La Elly si è prodigata subito alla ricerca del cane ma nessun quadrupede peloso ci ha raggiunto e allora, ammetto con un pò di delusione ci siamo incamminati verso il sentiero nr.3 che ci avrebbe portato dritti al Gabberi. Si, se non lo avessimo preso nella direzione opposta!
Comunque, ci stavamo arrampicato verso nord-ovest quando per la nostra felicità la nostra guida quadrupede ci ha letteralmetne travolto, sorprendendoci da dietro!! Abbiamo capito nel corso delle ore passate con lui che gli piace sorpassarti sul sentiero per dimostrare che è più bravo di te e che conosce quei sentieri meglio di chiunque altro, così anche in occasione di quel primo incontro ci è sfrecciato davanti sorpassando prima la Elly che ha cacciato un urlo divertito, e poi me. Ahahahah è stato troppo forte, ormai avevamo perso le speranze di incontrarlo, lo davamo per morto o temevamo che si fosse accompagnato già a qualche altro turista. Invece eccolo li che ci saluta con la sua lingua di fuori, giusto un secondo per una breve presentazione e via di nuovo sul sentiero. Non è un cane da grattini.
Dobbiamo percorrere almeno un paio di chilometri prima di incontrare qualcuno, proprio sotto una parete rocciosa dove stavano facendondo un pò di climbing. Un signore che era li sotto a guardare ci fa presente che il Gabberi era dalla parte opposta e ci consiglia di salire sulla vetta del Monte Lieto proprio sopra a noi e da li, seguire le tracce di senitero che portano alla croce piantata sul Gabberi. Una bella grana che ci ha allungato l' escursione di 5 km ma ci ha permesso di espugnare due vette invece che una sola.
Intanto Misu, così si chiama il cane a giudicare da quanto scritto sul collare accanto a un numero di telefono, era andato oltre senza accorgersi che noi avevamo cambiato strada, credevamo ci avesse abbandonato quando rieccotelo a corsa, ad accompagnarci sul sentiero che raggiunge la vetta del Lieto.
La salita è stata impegnativa, e infatti me lo aspettavo quando uno ti dice "tracce di sentiero", però penso che ci vorrà ben oltre per fermare me ed Eleonora, che mi ha stupito per le sue doti di resistenza e adattabilità. Brava mimma!   
Misu faceva su e giù davanti a noi e se siamo saliti per 2 km lui ne ha fatti il doppio.. poi ogni tanto ci aspettava. Da lì a poco abbiamo raggiunto la vetta, dove c' era una specie di colonnina di cemento, e Misu già li che ci aspettava, questa volta sdraiato. Voleva lo spuntino! Così siamo stati un pò li a far fuori metà viveri e a guardare il panorama, circondati dalle nuvole che ci avvolgevano ..e alle volte sembrava di essere baciati dal sole ..e alle volte sembrava di essere nella nebbia, bello.
Ora non rimaneva che camminare su tutta la cresta della montagna, scendere un pò più o meno davanti a Farnocchia e risalire sul Gabberi.  
Ci è voluto un pò di tempo, qualche km in sentieri poco visibili nel bosco e siamo arrivati ad un incrocio di sentieri denominato Foce di Farnocchia, dove finalmente c' era qualche segno di civiltà.. si scorgeva il paese in lontananza, qualche traliccio dell' enel, un rifugio improvvisato per cacciatori, una lapide alla memoria di un escursionista straniero. Abbiamo quindi imboccato il sentiero 4 che ci avrebbe portato dritti al sentiero 107 e dopo il gradino Hillary, alla vetta. Si parla di un' altra ora di cammino, ma la soddisfazione che abbiamo provato raggiungendo la cima è stata massima. 
A questo punto meritato pranzo, con Misu che correva da una parte all' altra del prato alla ricerca di non si sa che cosa, sembrava matto. Purtroppo le nuvole ci hanno coperto la vista sul mar Tirreno, si dice che nelle giornate limpide si vede addirittura la Corsica e la costa ligure e toscana, un posto meraviglioso, sicuro che torneremo a torvare il Gabberi.. e Misu!

 

Non era presto e ci siamo messi in cammino nuovamente sul sentiero 107, abbiamo incontrato una splendida casina con tanto di tavolo da picnic e altalena.. e vista sul lago di Massaciuccoli. In seguito abbiamo cominciato a scendere fino a raggiungere la Foce di S. Rocchino, un crocevia di sentieri dove abbiamo rischiato di perderci di nuovo. Ve lo dico da li si deve prendere il 3 in direzione Farnocchia, ma non è che ci siano i cartelli come ai semafori! C'è voluto un' altra ora e mezzo per arrivare a Farnocchia e il sentiero è ostacolato da un sacco di alberi caduti. Mamma mia che giornata impegnativa, e ci rimaneva ancora da: salutare il cane, e visto come ci guardava allontanarsi con la macchina non è stato facile :(, comprare un dolce in pasticceria, docciarsi e andare a cena da Robi e Marina. Ki lo dice che nel weekend ci si rilassa?